SAN MARONE (I SECOLO D.C.)
Protettore di Civitanova Marche, è vissuto nel I secolo ed è considerato il primo martire del Piceno. Per le notizie tratte dagli Acta SS. Nerei et Achillei si sa che Marone viene confinato in esilio al 130° miglio da Roma sulla Via Salaria e condannato ai lavori forzati per aver sostenuto Domitilla, giovane donna della famiglia dei Flavi, convertita al Cristianesimo, ferma nel rifiuto di sposare il console Aureliano e tenace nel suo voto di castità. Il santo riesce a convertire al Cristianesimo molti pagani ed opera numerosi miracoli, guarigioni e prodigi, finendo per essere nominato sacerdote dai fedeli stessi. Nell’anno 100 il console Aureliano, venuto a conoscenza delle conversioni operate da Marone, decide di farlo morire schiacciato da un macigno che il santo riesce a trasportare sulle spalle per oltre due miglia. Visto l’ennesimo prodigio, Marone viene decapitato il 15 aprile dell’anno 100 nel luogo in cui ora sorge il santuario a lui dedicato. Successivamente si decide di celebrare la morte di San Marone non il 15 aprile ma il 18 agosto per evitare la coincidenza con le festività pasquali.
ANNIBAL CARO (1507 – 1566)
Illustre letterato, traduttore, poeta e commediografo, nasce a Civitanova Alta nel 1507 da Giovambattista Caro e Celanzia Centofiorini e muore a Roma nel 1566. Caro si forma a Civitanova con il maestro Rodolfo Iracinto. Nel 1525 passa al servizio del banchiere fiorentino Luigi Gaddi; successivamente si trasferisce a Roma, dove riveste l’incarico di segretario particolare di casa Farnese. Questo incarico, che ricopre per tutta la vita, gli permette di viaggiare e di conoscere le corti, gli intellettuali ed i politici più stimati e potenti del Rinascimento. Nel 1555 ottiene la commenda dell’Ordine di Malta. Stanco delle fatiche di una vita passata a corte, nel 1563 si ritira nella “Carovilla” a Frascati, dedicandosi interamente all’otium intellettuale e alla traduzione italiana dell’Eneide di Virgilio. A lui si devono anche Il Canzoniere, la traduzione degli Amori Pastorali di Dafni e Cloe e la commedia Gli Straccioni, ma per conoscere l’uomo e l’intellettuale fondamentale è la raccolta delle Lettere da lui scritte e ricevute, specchio storico, artistico e politico del Cinquecento.
ENRICO CECCHETTI (1850 – 1928)
Uno dei più celebri ballerini e maestri di danza tra Ottocento e primo Novecento, nasce casualmente a Roma nel 1850 da una famiglia di rinomati ballerini originari di Civitanova; muore nel 1928 sul palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Studia con i più grandi maestri coreografi del suo tempo. Dopo aver danzato da protagonista in tutta Europa, nel 1888 debutta in Russia, a San Pietroburgo, e fa sensazione per i suoi sorprendenti volteggi e pirouettes vorticose. Dal 1887 al 1902 alterna l’attività di ballerino della Compagnia dei Balletti Russi a quella di insegnante alla Scuola Imperiale di San Pietroburgo. Maestro di Anna Pavlova, nel 1922 pubblica il Manuale del Metodo Cecchetti che diventa fondamentale per l’insegnamento della danza classica. Nel 1925 torna alla Scala chiamato da Arturo Toscanini. Ricordiamo, nel 1872, a ventidue anni la sua partecipazione con il padre e la sorella Pia all’inaugurazione del Teatro “Annibal Caro” di Civitanova Alta. Egli resta sempre legato alla città di origine della sua famiglia facendo ritorno nella sua casa civitanovese specialmente durante la stagione estiva.
GILFREDO CATTOLICA (1882 – 1962)
Nato a Civitanova Marche Alta nel 1882, è stato noto compositore e direttore d’orchestra. Segue fin da giovane le sue inclinazioni musicali e frequenta il Conservatorio “Gioacchino Rossini” di Pesaro, dove si diploma in Organo e Pianoforte. Ottiene la carica di direttore all’Istituto Musicale di Ferrara dove rimane per quarantaquattro anni e dove fonda il famoso “Quintetto di Ferrara”. Autore di musica molto pregevole, brillante concertista, si interessa e scrive diversi testi di teoria musicale. Muore nel 1962 a Bologna.
PIER ALBERTO CONTI (1884 – 1968)
Nasce da famiglia aristocratica nel 1884 a Civitanova, dove muore nel 1968. Si dedica alla conduzione della vasta azienda agricola di famiglia. Dopo le sue nozze con la contessa Augusta Morrone Mozzi di Fermo fa edificare lo splendido villino liberty San Michele all’interno della Villa Conti posta su una collina nei pressi di Civitanova Alta. Appassionato di opera lirica, nel 1921 sovvenziona la messa in scena dell’Aida di Giuseppe Verdi allo Sferisterio di Macerata, nella quale si esibisce la soprano Francisca Solari, che avrebbe sposato in seconde nozze. Pier Alberto Conti è stato prima Sindaco e poi Podestà di Civitanova dal 1923 al 1938. Amministratore amato dai cittadini, realizza per la Città Alta importanti lavori pubblici, tra cui l’ippodromo di Portocivitanova (oggi Stadio Polisportivo), il giardino pubblico detto “Pincio” e l’acquedotto, il cui deposito, nella forma di una torre neomedievale, si trova sulla sommità di Civitanova Alta. Alla sua morte Villa Conti e Villa San Michele vengono donate all’Opera Salesiana.
ARNOLDO CIARROCCHI (1916 – 2004)
Nasce nel 1916 a Civitanova Marche, dove muore nel 2004. Con il padre Aurelio, tipografo e poeta in vernacolo, condivide l’amore per l’arte e per l’incisione. Dopo aver frequentato le scuole nella Città Alta, ottiene una borsa di studio per la Scuola del Libro di Urbino, dove si diploma nel 1934. Nel 1936 si trasferisce a Roma, dove lavora come torcoliere alla Calcografia di Stato e inizia ad esporre in tutta Italia sia opere incisorie che dipinti. A Roma frequenta pittori e uomini di cultura, ma non dimentica mai la sua Civitanova e i paesaggi marchigiani, di cui è fine e sentimentale ritrattista sia ad acquarello che con le tecniche antiche dell’incisione. Dal 1956 insegna Incisione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove rimarrà fino al 1968, anno nel quale si trasferisce all’Accademia di Belle Arti di Roma, mantenendo l’incarico fino al 1980. Nel 1983 viene nominato accademico di san Luca ed il suo nome figura nell’Annuario della Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon. Il noto critico d’arte Cesare Brandi in una recensione del 1954 lo definisce: «Il più modesto, l’incisore più eletto e il più sottile dopo Morandi».
SESTO BRUSCANTINI (1919 – 2015)
Nato a Civitanova Marche nel 1919, muore nella sua città nel 2005. Il suo debutto come cantante lirico risale al 1946; nello stesso anno Beniamino Gigli in un’audizione gli rivela il suo fulgido avvenire. Si perfeziona successivamente all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e nel 1949 debutta alla Scala iniziando, così, la sua quarantennale carriera di baritono e basso, imponendosi come raffinato interprete del repertorio mozartiano e rossiniano. Calca le scene dei principali teatri mondiali, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, e canta con i maggiori interpreti lirici del suo tempo, caratterizzandosi per una voce estremamente duttile ed una presenza scenica straordinaria, unite a una grande classe e compostezza.
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